#SpesaConsapevole

I cibi iperproteici

Pubblicatodi il Ott 17, 2023 in Know What You Eat
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Una delle ultime tendenze sui social e sugli scaffali dei supermercati, sono i cibi iperproteici.

Da qualche anno è un pullulare di “high protein”, “più proteine”, “crema proteica”, “pasta proteica” e via così.

  1. Come è iniziato il tutto
  2. Cosa sono i cibi iperproteici

    Tagliere di legno con biscottini al cioccolato proteici

    Tagliere di legno con biscottini al cioccolato proteici

  3. Quali sono i vantaggi dei cibi iperproteici
  4. Conclusioni
  5. Come è iniziato il tutto

Come è iniziato il tutto

Tutta la grande popolarità dei cibi iperproteici è iniziata con vendite tramite testimonial su Instagram da parte di aziende che si sono specializzate nella commercializzazione di alimenti fortemente processati reclamizzati come iperproteici.

Soprattutto in alcuni ambienti (palestre, sportivi, persone con la fissa del dimagrimento) l’introduzione nelle abitudini alimentari di cibi con l’etichetta “iperproteico” ha preso molto piede, supportata anche da codici sconto distribuiti sui social, per i quali, i vari testimonial ottenevano una percentuale sugli incassi.

Il messaggio veicolato da pubblicità di questo tipo era non esplicitato, ma chiarissimo: con questi prodotti iperproteici perderai peso, rimarrai in forma, avrai un corpo come il mio, perché contengono tante proteine.

Piano piano si è quindi diffusa la credenza che aumentare le proteine grazie a cibi industriali iperproteici aiuti a dimagrire, a rimanere nel peso forma e anche a mettere su muscolo.

Cosa sono i cibi iperproteici

Sono cibi, venduti online, in negozi fisici, nei supermercati e, a volte, anche nelle farmacie, che presentano un contenuto proteico più alto del corrispettivo.

Per esempio, un “budino proteico” è l’equivalente di un budino industriale, ma con più proteine.

Grazie al grande successo commerciale che stanno avendo, in etichetta è sempre riportata una frase (tecnicamente si chiama claim), oppure hanno un nome che rimandano all’alto contenuto in proteine: “proteico”, “alto in proteine”, “high protein”, “pro”, …

Attenzione: molte volte si pensa che un prodotto sia iperproteico per false credenze, per esempio, in caso di prodotti preparati con solo albumi, invece che con le uova intere.

Quali sono i vantaggi dei cibi iperproteici

Nessuno.

Partiamo dal concetto base: i cibi iperproteici non servono a niente.

Non c’è alcun vantaggio salutistico o in termini di peso corporeo nei prodotti iperproteici

Per controllare il peso o per tenersi in forma non servono a niente.

Ma la cosa più grave è che tutta questa importanza commerciale dei cibi iperproteici porta avanti la confusione totale tra carboidrati e proteine che sono macronutrienti e non pasta, pane, bistecche o uova, cioè alimenti.

Poi, passano informazioni superficiali e manipolate ad arte che hanno come conseguenza di una cattiva divulgazione in campo nutrizionale, il diffondersi di credenze errate tra le persone.

Tra l’altro, mi sono studiata qualche etichetta e ho trovato il corrispettivo iperproteico di un determinato cibo, prodotto e commercializzato dalla stessa azienda con un contenuto di proteine di ben 2 grammi in più rispetto al prodotto tradizionale.

Hai letto bene: 24 grammi di proteine ogni 100 grammi, invece che 22 grammi.

Allora, a me sembrano prese in giro enormi, a scapito del portafogli, delle abitudini nutrizionali e dell’equilibrio psicologico delle persone.

Conclusioni

Per tenerti in forma o per dimagrire – se ne hai necessità – i cibi iperproteici non ti portano nessun vantaggio, anzi, ti costano di più, non ti aiutano a imparare a mangiare come ti farebbe bene e, spesso, sono pieni di edulcoranti e sostanze assolutamente non necessarie nei corrispondenti cibi non iperproteici.

Imparare una nuova abitudine nutrizionale, quella dell’equilibrio felice, quella del mangiare col sorriso, non passa da scorciatoie commerciali che portano vantaggi solamente a chi produce o vende o fa da influenze per determinati prodotti.

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Sformato con le foglie di cipolla – ricetta del recupero

Pubblicatodi il Apr 28, 2019 in Le ricette
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Le cipolle sono un ortaggio ricco di sali minerali e vitamine utili per la nostra salute.

Sono prive di grassi, hanno poche proteine poco biodisponibili, fibra e molte poche calorie.

i loro principali elementi nutritivi sono la vitamina C e vitamine del gruppo B, potassio, fosforo, calcio e manganese. Le foglie contengono più vitamina A e C del bulbo e sono molto ricche di vitamina K.

Però, non mangiamo le foglie della cipolla, al massimo quelle dei cipollotti ed è un vero peccato, in termini nutrizionali e anche per quello che riguarda lo spreco di cibo, che sapete essere un argomento che mi sta molto a cuore.

Ho trovato un bel mazzo di cipolla di Tropea IGP, con anche tutte le foglie e l’ho comprato, chiedendo di non tagliare via le foglie per buttarle. Le ho usate per uno sformatino facile, che può costituire un secondo piatto o un antipas

Ho essiccato quelle avanzate per poi usarle per il mio solito brodo granulare vegetale.

 

 

Sformato di foglie di cipolla Rossa di Tropea IGP.

Ingredienti

foglie di cipolla Rossa di Tropea IGP a piacere

4 uova da galline razzolanti

4 cucchiai di pane grattato (o di farina di mandorle)

4 cucchiai di parmigiano reggiano

1 bicchiere di latte (o bevanda vegetale di mandorle senza zucchero)

1 pizzico di sale di Cervia aromatizzato alle erbe

Procedimento

Lavare le foglie delle cipolle e affettarle finemente

Montare bene le uova insieme al pane grattato, al parmigiano e al latte con una frusta a mano, aggiungere il sale.

Disporre i pezzetti delle foglie di cipolla in una pirofila unta con un filo di olio extravergine di oliva e spolverizzata di pane grattato. Aggiungere il composto delle uova.

Cuocere in forno a 180 º per circa 30 minuti.

È buono sia caldo che freddo.

Torta di pane e cioccolato – ricetta del recupero

Pubblicatodi il Apr 25, 2019 in Le ricette, Save Humans Thursday
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#settimana36 di Save Humans Thursday, con una ricetta del doppio #recupero.


Torta di pane e cioccolato

300 g di pane raffermo (per me il pane sesamo e noci de Il Forno di Calzolari)
3 bicchieri di latte, anche vegetale (per me, di mandorla dolce senza zuccheri)
10g di zucchero
2 uova da

50 g di uvetta
200g di cioccolato fondente (dalle uova di Pasqua)
2 cucchiai di noci avanzate (per me noc)

Fate ammollare il pane nel latte.
Montate bene le uova con il cucchiaino di zucchero e intanto ammollate l’uvetta in acqua tiepida.
Quando il pane avrà creato una pappetta nel latte, aggiungete tutti gli altri ingredienti.
Cucinare in forno a 180 gradi per circa 45 minuti.

Con questa torta recuperiamo:
🥖 pane raffermo
🍫 cioccolato delle uova di Pasqua
e quegli avanzini di frutta secca che non so da voi, ma nella mia dispensa non mancano mai.

La Biodiversità nel carrello

Pubblicatodi il Mag 24, 2018 in Save Humans Thursday
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54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

Eccoci alla #settimana23: La biodiversità

Il 22 maggio appena trascorso è stata la giornata mondiale della biodiversità. La biodiversità è la varietà degli esseri viventi sul nostro pianeta e viene misurata in ecosistemi, popolazioni, specie, geni.

Il suo grandissimo valore è legato alla sopravvivenza della Terra: più biodiversità c’è più le specie avranno possibilità di adattarsi ai cambiamenti ambientali e di preservare gli ecosistemi nei quali vivono. La biodiversità costituisce la resilienza della Terra come la conosciamo.

Tutti gli organismi viventi sono interconnessi tra loro, perciò, salvaguardare la biodiversità, significa salvaguardare noi stessi. Dalla biodiversità dipendono l’acqua che beviamo e il cibo che mangiamo.

L’erosione dei suoli e la desertificazione dovuta ai cambiamenti climatici associati all’impoverimento delle colture a causa di coltivazioni intensive hanno impoverito il patrimonio di acqua potabile a disposizione e continuano a impoverirlo a tassi sempre più veloci anche mentre leggiamo questo articolo.

Non è difficile capire lo stretto legame tra nutrizione e biodiversità: meno specie di vegetali e animali commestibili significano meno variabilità in tavola, che invece sappiamo essere uno dei segreti per preservare la propria salute mangiando.

Ma anche il senso contrario vale e vale in negativo: meno variabilità a tavola porta chi produce cibo a coltivare o allevare sempre meno specie agricole e questo riduce la biodiversità.

I dati FAO in merito alla biodiversità in campo agroalimentare sono terribilmente sconfortanti:

  • il 7% delle 8800 specie di animali da allevamento sono estinte, il 24% sono a rischio di estinzione.
  • 3 specie animali da sole forniscono la maggior parte delle calorie nelle diete per l’uomo
  • le aree montane ospitano circa ¼ di tutta la biodiversità
  • un metro quadro di suolo contiene piu di 1000 specie di invertebrati
  • 3 specie agricole fruttifere o sementifere su 4 nel mondo dipendono, almeno in parte, dagli insetti impollinatori
  • 3 specie agricole da sole forniscono circa il 60% delle proteine e delle calorie quotidiane per tutti gli esseri umani nel mondo
  • il pesce contribuisce per il 20% alle calorie quotidiane di 3 miliardi di persone nel mondo

 

Come possiamo, quindi, con la spesa di ogni giorno, il gesto politico veramente alla portata di tutti, aiutare l’ecosistema pianeta Terra e noi stessi in quanto suoi abitanti? Come possiamo contribuire a preservare la biodiversità occupandoci anche della nostra salute?

I 6 punti di Save Humans Thursday

1 – privilegiamo produzioni locali. Questo avvantaggerà i prodotti del nostro territorio, che magari non saranno di grande moda, ma in questo modo continueranno a essere coltivati e non scompariranno.

2 – riscopriamo produzioni “antiche”. Non necessariamente vecchissime, ma utilizzate anche prima della rivoluzione agricola industriale. In questo modo si avvantaggeranno coltivazioni e allevamenti su larga scala tecniche agricole e agronomiche tradizionali, che rispettano i tempi e i modi della natura di quel territorio (per esempio, la coltivazione di legumi e cereali in filari attigui e la rotazione delle sementi)

3 – scegliamo piccoli produttori. È molto più facile che un piccolo produttore utilizzi sementi o animali razza locale e li coltivi/allevi con tecniche tradizionali rispetto a un produttore su larga scala.4 – compriamo in stagione. Favorire prodotti di stagione favorisce tecniche di coltura e allevamento meno intensive, con minor utilizzo di sostanze di sintesi e di mangimi industriali. Preserva inoltre la diversità delle sementi e delle razze animali.

5 – siamo curiosi di provare nuovi alimenti. Internet è un’enorme fonte di informazioni, se al mercato o al super vediamo un cibo che non conosciamo, locale e di stagione, compriamolo, cercheremo ricette a casa su internet (o nei libri di cucina per i meno tecnologici). 

6 – così come a casa in viaggio gustiamo sapori locali, per conoscere meglio il mondo e per diffondere le sane abitudini eco-nutrizionali che stiamo imparando con Save Humans Thursday

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

Cross Food

Pubblicatodi il Mag 8, 2018 in La spesa della nutrizionista
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Sapete ormai tutti che mi occupo di nutrizione funzionale e utilizzo alcuni protocolli di nutrizione antinfiammatoria in caso di malattie autoimmuni. In studio ricevo diverse persone affette da problematiche autoimmuni alla tiroide, al tessuto connettivo, fibromialgia, psoriasi, dermatiti atopiche e anche autoimmunità specifiche, cistiti e/o candidosi ricorrenti, nonché problemi femminili di disequilibri ormonali, fertilità, endometriosi, PCOS.

Per tutte queste persone, un tipo di alimentazione, la cosiddetta “evolutiva”, ma io preferisco chiamarla “antinfiammatoria”, può essere di grande aiuto. Oramai esistono diversi ricettari per potersi cucinare pasti in linea con i dettami funzionali di questo approccio nutrizionale, che utilizza farine inusuali ed esclude, tra le altre cose, glutine e latticini. Mancava in Italia uno shop al quale potersi riferire con tranquillità.cross-food

Cross Food è una realtà tutta italiana, fondata da due persone che ho il privilegio di conoscere dal vivo, Giordana e Dario, che sviluppa e commercializza dolci e snack in linea con l’approccio antinfiammatorio/evolutivo.

Sul sito https://cross-food.it trovate prodotti quali farine, spezie, dolcetti e snack tutti ottenuti senza conservanti e senza stravolgere le materie prime. Tutti i loro prodotti sono privi di glutine, lattosio, zucchero raffinato, lieviti, cereali, mais e grassi trans, e ricchi di fibre e vitamine essenziali. Ogni alimento e ogni cibo venduto ha una valenza funzionale, che sia per il cioccolato, che sia per i vegetali utilizzati come materia prima.

L’idea nasce dai problemi di salute di Giordana, vi lascio questa informazione, perché il fatto che lei per prima segua il tipo di alimentazione che promuove tramite la sua azienda è un ulteriore indice di attenzione.

Chi soffre di malattie autoimmuni sa che non c’è una pausa dalla convivenza con esse, quindi si potrebbe pensare che per stare bene sia necessario mortificarsi a tavola. Non è così e i prodotti Cross Food ne sono una prova.

Trovate Cross Food su Facebook, Instagram e sul loro sito

 

L’inquinamento del suolo

Pubblicatodi il Mag 3, 2018 in Save Humans Thursday
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54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo

su

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

Eccoci alla #settimana20: L’inquinamento del suolo

Si sta svolgendo a Roma in questi giorni il simposio della FAO “Soil Pollution” (inquinamento del suolo) che ha lo scopo di supportare l’implementazione di Linee Giuda volontarie nei vari paesi del mondo per combattere l’inquinamento del suolo.

Il suolo è un filtro che ci protegge da moltissimi contaminanti, smorzando la loro azione, però non ha capacità infinita di filtrazione e quando questa si esaurisce, i contaminanti finiscono anche nella catena alimentare.


Non ce ne rendiamo conto, ma il suolo non è rinnovabile e perchè se ne formi 1 centimetro servono 1000 anni, Senza suolo non avremmo le coltivazioni agricole, i pascoli e l’acqua filtrata di sorgente, quindi non avremmo cibo, medicine, acqua da bere.

Inoltre, il suolo scambia nutrienti con i vegetali, preservando la qualità anche delle coltivazioni a uso alimentare: un suolo sano, produrrà raccolti migliori.


Il 95% del nostro cibo è prodotto nel suolo, quindi per raggiungere l’obiettivo di aumentare la 54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su produzione alimentare del 50% entro il 2050 per sostenere la popolazione mondiale, dobbiamo occuparci seriamente della sua salute.

Sappiamo quanto sia importante la biodiversità per l’equilibrio e il benessere dela Terra, essa è il patrimonio che consente alla vita di perpetrarsi, perchè maggiore biodiversità c’è, maggiore adattamento ai cambiamenti (climatici, naturali, catastrofici) il nostro pianeta ha. Ebbene, nel suolo troviamo la maggior parte della biodiversità presente sulla Terra, ¼ di essa. Si dice che in un cucchiaio di suolo si trovino più organismi viventi che persone sul nostro pianeta. Per preservare la biodiversità del suolo, vanno adottate sempre più politiche agricole quali le coltivazioni biologiche, le rotazioni delle coltivazioni e dei pascoli, la conservation agriculture(*).

Ormai 1/3 del suolo è moderatamente o altamente degradato, a causa dell’erosione, della perdita di materia organica e di nutrienti, dell’acidificazione, della salinizzazione, della compattazione e dell’inquinamento chimico.

Una gestione agricola sostenibile può invertire la rotta e assicurarci un futuro con più certezza che ci sia cibo disponibile per tutti.

Nel nostro piccolo cosa possiamo fare per aiutare a fare sì che vengano compiute scelte sempre più sostenibili e a garanzia di un futuro migliore per tutti gli abitanti del nostro pianeta?

Quando facciamo la spesa:
  • prediligiamo prodotti di stagione. Le colture in serra o incrociate per sopravvivere a condizioni climatiche nno male al portafogli e al suolnon indicate fa
  • scegliamo colture “antiche”, in disuso o dimenticate. Il recupero di vecchie tradizioni agricole aiuterà il suolo a rimanere in salute
  • variamo il più possibile il contenuto del carrello, non fissiamoci sempre sugli stessi cibi. La biodiversità è la ricchezza della vita, promuoviamola.

  • privilegiamo le colture biologiche, aiuteremo a contrastare l’inquinamento da sostanze di sintesi.

Per saperne di più su #SaveHumansThurdsday seguici ogni giovedì su: 

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

(*)conservation agriculture: un sistema agricolo basato sul minimo impatto sul suolo, sulla tradizionale rotazione delle colture e copertura permanente del suolo, in base alla stagionalità, che serve a bloccare l’erosione e a produrre humus.

Earth Day 2018

Pubblicatodi il Apr 19, 2018 in Save Humans Thursday
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54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

Eccoci alla #settimana18: Earth Day

Sabato 22 aprie si festeggerà la Giornata della Terra, una ricorrenza iniziata 48 anni fa negli Stati Uniti, il 22 aprile 1970, per protestare contro l’inquinamento industriale.

Oramai la Giornata della Terra coinvolge un movimento globale che si stima arrivi a circa un miliardo di persone che, ogni anno, per il 22 aprile organizzano e partecipano a iniziative di stampo ecologico.

Il tema di questa edizione è fermare l’inquinamento da plastica. Noi stesse abbiamo parlato in due occasioni di inquinamento da plastiche e microplastiche per Save Humans Thursday

(per rileggere gli articoli qui e qui )

Per conoscere tutte le iniziative e i progetti di Earth Day, vi rimandiamo al sito della campagna italiana http://www.earthdayitalia.org

Come possiamo limitare l’inquinamento da plastica nella nostra cucina?

Ecco qualche suggerimento pratico

1 – impiegare contenitori riutilizzabili per conservare gli alimenti, prediligendo quelli di vetro

2 – buttare i contenitori di plastica ormai inutilizzabili nell’apposita raccolta differenziata

3 – riutilizzare i sacchetti freezer dopo che si sono consumati i cibi che contenevano. Alcuni di quelli con la doppia cerniera si possono lavare in lavastoviglie una volta senza che perdano la forma. Quando non si possono più usare per i cibi possono essere impiegati per raccogliere le feci del cane, oppure per buttare nel cassonetto della plastica piccoli oggetti

4 – al posto dei sacchetti per alimenti usa e getta, munirsi di quelli di silicone lavabili in lavastoviglie e che durano anni. Si trovano nei negozi specializzati oppure online.

5 – per conservare frutta e verdura di piccole dimensioni, non usare la pellicola per alimenti, ma quelle di silicone sagomate riutilizzabili, che ora si trovano facilmente in diversi supermercati o casalinghi. Sono delle pellicole di silicone che si lavano a mano o in lavastoviglie e che chiudono ermeticamente la superficie di frutta e verdura tondeggianti tagliate a metà.

6 – invece che la pellicola per alimenti, coprire tegami e padelle con i coperchi morbidi riutilizzabili: solitamente anche questi sono di silicone alimentare. Durano anni e chiudono ermeticamente, parlo per esperienza.

7 – per conservare patate, cipolle, aglio, formaggi e insaccati, comprare i sacchetti di cotone appositi, che si lavano senza problemi in lavatrice e durano anni. È un’altra cosa che so per esperienza, ne ho di diversi tipi e li lavo da 10 anni,
non trasmettono odore, conservano a lungo

8 – per portare in fuori casa del cibo, per esempio il pranzo o degli spuntini, usare contenitori riutilizzabili e trasportarli in una borsa frigo invece che in un sacchetto di plastica. I barattoli di vetro di marmellate, sottaceti, sottoli e affini ben lavari, sono molto comodi per congelare alimenti liquidi o per portare con sé alimenti di dimensioni medio-piccole e morbidi. Per esempio, le uova sode, delle fragole intere, dei pezzetti di frutta, delle olive, dello yogurt.

9 – comprare più spesso possibile alimenti sfusi, oppure quelli con le confezioni maggiori, per poi porzionarli a casa in contenitori riutilizzabili. Per esempio, comprare lo yogurt nella confezione da 1 o da ½ kg farà risparmiare plastica da buttare che comprarlo nel vasetto da 125 o 150 ml

10 – prediligere l’acqua del rubinetto a quella minerale ogni volta che sia possiible e imbottigliarla da sé in bottiglie di vetro, oppure scegliere – laddove possibile – acque minerali in vetro. 

Tutti questi piccoli accorgimenti vi consentiranno di abbattere l’impronta ecologica della vostra cucina e di sprecare meno plastica.

Vi aspettiamo giovedì prossimo!

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Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e 

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

Glifosate Parte 1

Pubblicatodi il Apr 12, 2018 in Save Humans Thursday
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Per la settimana 17 del progetto #SaveHumansThursday pubblichiamo la prima parte dell’approfondimento sul #glifosate.
Alla fine del 2017 la Commissione Europea ha prorogato per altri 5 anni l’autorizzazione al commercio di erbicidi a base di glifosate. Il dibattito è stato acceso e i pareri delle diverse agenzie, preposte al controllo del pericolo e del rischio, discordanti. Se gli studi riguardo gli effetti sulla salute umana non possono ancora essere considerati conclusivi, certe sono invece le conseguenze sull’ambiente. Molte agenzie hanno dichiarato che il glifosate è un fattore importante per la diminuzione della popolazione di uccelli, invertebrati (api incluse), pesci, anfibi e mammiferi attraverso la distruzione dell’habitat ma anche con effetti tossici diretti.


Continuate a seguire il nostro progetto #SaveHumansThursday sulle nostre pagine Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista e Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e inseritele nei preferiti per non perdere gli aggiornamenti!

#SaveHumans #SaveHumansThursday #giovedìsalviamoci#spesaconsapevole #ciboconsapevole #mangiareconsapevole #cibovero#ecocibo #EcoNutrizione

http://ecobriciole.blogspot.it/2018/04/il-glifosato-parte-1-cose-e-cosa.html

I numeri dello spreco alimentare

Pubblicatodi il Apr 5, 2018 in Save Humans Thursday
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54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

Eccoci alla #settimana16: I numeri dello spreco alimentare.

Abbiamo già scritto più volte qui su #SaveHumansThursday che circa 1/3 del cibo prodotto nel mondo viene sprecato, questa settimana vogliamo entrare piùnel dettaglio e cercare di farvi visualizzre meglio che cosa significhi questa proporzione.

Intanto, siginicano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo buttato o sprecato. Cioè, se in una tonnellata ci stanno 1000 kg, se sprecassimo solo pane, ogni anno il genere umano butterebbe 1000 X 1,3 miliardi di pagnotte da 1kg l’una, 1300 miliardi di pagnotte.

I paesi occidentalizzati sprecano più del doppio dei paesi in via di sviluppo in termnini economici, rispettivamente 680 miliardi di dollari e 310 miliardi di dollari di cibo buttato o sprecato, ma non in termini di quantità di cibo, rispettivamente 670 e 630 milioni di tonnellate. Tuttavia, i consumatori nei paesi più ricchi sprecano all’incirca la stessa quantità di cibo che viene prodotta in un anno in tutta l’Africa subsahariana (222 e 223 milioni di tonnellate).

Il cibo preso o sprecato nel 2009/2010 è stato pari a più della metà dell’intero raccolto di cereali del mondo intero.

Lo spreco procapite in Europa e nord America si attesta tra 95 e 115 kg all’anno, mentre nell’Africa subsaharina, nell’Asia meridionale e sudorientale ogni abitante spreca 6-11 kg di cibo all’anno.

Frutta, verdura, radici e tuberi sono le colture maggiormente sprecate.

Ogni categoria di cibo ha la sua percentuale di spreco:

  • Radici e tuberi: 45%. In nord America e Oceania, soltanto nella fase di consumo, si buttano 5814 tonnellate di radici e tuberi, pari a più di un miliardo di sacchi di patate.
  • Frutta e verdura: 45%. Circa la metà di tutta la frutta e la verdura prodotte nel mondo vengono sprecate, pari a 3,7 miliardi di mele.
  • Pesci e prodotti della pesca: 35%. L’8% dei pesci pescati in un anno viene rigettaro in mare, spesso sono già morti moribondi o irrimediabilmente feriti, equivalenti a 3 miliardi di salmoni atlantici.
  • Cereali: 30%. Nei paesi industrializzati, si sbuttano 286 milioni di tonnellate di cerali, pari a 763 miliardi di pacchi di pasta.
  • Frutti e semi da olio e legumi: 20%. Vengono sprecati in quantità pari alle olive necessarie per produrre sufficiente olio per riempire 11000 piscine olimpioniche.
  • Carne: oltre il 20%. Oltre 52,6 milioni di tonnellate, che sono come dire che in un anno nel mondo vengono buttati 75 milioni di mucche.
  • Latte e derivati: 20%. Nella sola Europa ogni anno vengono sprecati 29 milioni di tonnellate di latte o derivati del latte, una quantità pari a 574 miliardi di uova.

Sono numeri incredibili, ma sono del tutto veri e speriamo che leggerli in questa forma, possa spingervi a intraprendere azioni pratiche per ridurre la vostra quota pro capite di spreco alimentare (che dalle stime del 2014 è di 180 kg/anno per ogni europeo).

Il sito della Food and Agriculture Organization, la FAO è ricco di dati e di risorse, se volete fare una ricerca in proposito tramite una fonte sicura, navigate su www.fao.org.

Dal canto nostro, torneremo sull’argomento con qualche consiglio utile nelle prossime settimane.

Vi aspettiamo giovedì prossimo!

Per saperne di più su #SaveHumansThurdsday

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

La Giornata Mondiale dell’Acqua 2018 – WWD 2018

Pubblicatodi il Mar 22, 2018 in Save Humans Thursday
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54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

Eccoci alla #settimana14: World Water Day – WWD2018

Anche ques’anno, il 22 marzo è la Giornata Mondiale dell’Acqua delle Nazioni Unite.

Il tema per il 2018, 25º anno dell’iniziativa, è “Natura per l’Acqua”, cioè, quali soluzioni già esistenti in natura possiamo noi uomini adottare per contrastare i gravi problemi dei notri tempi legati all’acqua?

Sappiamo che i grandi cambiamenti climatici hanno portato instabilità in molte parti del mondo, con siccità, alluvioni, catastrofi naturali legate all’acqua, in molti paesi del Sud del mondo manca l’acqua potabile e intere popolazioni non hanno la sicurezza di poterne trovare domani.

L’aumento della popolazione mondiale causa spesso preoccupazioni per la possibilita di poter sfamare tutti in futuro, raramente, però ci si preoccupa dell’acqua.

L’acqua è indispensabile per la sicurezza alimentare, intesa come la garanzia di potersi nutrire adeguatamente. Le coltivazioni e gli allevamenti necessitano di acqua; l’agricoltura richiede tantissima acqua per l’irrigazione e non solo per le coltivazioni a scopo alimentare umano, pensiamo per esempio alle piantagioni di cotone, o di vegetali adatti all’alimentazione animale.

Le Nazioni Unite hanno calcolato che il consumo di acqua per motivi agricoli consta del 70% di tutto il consumo per uso umano, il 20% viene impiegato dalle industrie, il 10% di tutta l’acqua a uso umano viene consumata nel settore domestico e di questa solamente l’1% viene bevuta.

La produzione mondiale di cibo a oggi sarebbe sufficiente a sfamare tutti, ma circa 1 miliardo di persone non ha da mangiare perchè non possono pagare il cibo, infatti, nei paesi in via di sviluppo, il costo del cibo è la principale minaccia alla possiiblità di, letteralmente, mettere insieme colazione, pranzo e cena. Nei paesi in via di svilupppo, le persone spendono dal 50 all’80% dei loro introiti per acquistare cibo, che principalmente consta di materie prime e secche come farine e legumi.

Si prevede che la popolazione mondiale raggiungerà gli 8,3 miliardi di persone nel 2030, per sfamarle tutte, la produzione di cibo dovrà raddoppiare e questo avrà un impatto sull’ambiente, principalmente sull’acqua.

Approssimativamente 1/3 del cibo prodotto per il consumo umano, circa 1,3 miliardi di tonnellate, viene oggi perso o sprecato. Lo spreco medio pro capite per gli abitanti di Europa e Nord America è più alto che quello di chi vive nell’Africa Subsahariana e nell’Asia Sud Orientale: 95-115 kg/anno contro 6-11 kg/anno

Se non cambieremo le nostre abitudini alimentari, anche in termini di riduzione dello spreco, o modificheremo le filiere di produzione e consumo di cibo, se non ci saranno miglioramenti tecnologici nella produttività delle acque e dei terreni, il consumo di acqua nel mondo crescerà del 70-90% rispetto a oggi nei prossimi 40 anni.

L’acqua sarà probabilmente uno dei fattori limitanti la futura produzione di cibo nel mondo. Attualmente, 1,6 miliardi di persone vivono in aree in cui l’acqua già scarseggia e si prevede che per il 2025 i 2/3 della popolazione mondiale abiteranno in aree sottoposte a qualche forma di stress idrico.

Stime delle Nazioni Unite evidenziano che l’acqua necessaria per nutrire una persona, a seconda della sua dieta, varia tra le 1000 e le 3000 tonnellare per anno.

 

Inoltre, l’acqua impiegata in agricoltura è meno del 50% dell’acqua sprecata a causa di perdite durante il suo trasporto, di inefficienze del settore agricolo e di perdite sistematiche dovute a vari fattori. Esiste una crescente competizione per i terreni tra coltivazioni a scopo alimentare e coltivazioni per produrre bio-carburanti, per esempio 240 kg di mais sono necessari per produrre 100 litri di etanolo. Quindi, con 2500 litri di acqua, il mondo (noi) può (possiamo) produrre 1 litro di combustibile oppure nutrire una persona per un anno.

Ciò che ognuno di noi può fare nella sua quotidianità è cercare di sprecare meno cibo possibile. Iniziamo a fare la spesa portando una lista che compileremo mano a mano che finiamo gli alimenti durante la settimana, proseguiamo cercando di non stipare il frigorifero e la dispensa di più di quanto non ci sia necessario, per evitare di buttare cibo ancora commestibile o di farlo andare a male in casa. Impegniamoci ad acquistare prodotti di stagione (per approfondimenti sulle coltivazioni fuori stagione in Italia, clicca qui) e consumare il più possibile alimenti locali.

Il futuro della Terra e dei suoi abitanti è nelle mani di ciascuno di noi.

Vi lasciamo con l’animazione realizzata dal comitato per la Giornata Mondiale dell’Acqua delle Nazioni Unite

https://youtu.be/4q6unaOiTzk

Ecco la nostra traduzione

“Ogni goccia d’acqua viaggia ininterrottamente attraverso il cielo, il suolo e i ruscelli…attraverso le nostre vite…e di nuovo verso la natura.

In molti posti, il nostro ambiente è danneggiato, lasciandoci con acqua inquinata o addirittura senza acqua.

La Natura è un’infrastruttura verde. Un sistema che ci fornisce l’acqua di cui abbiamo bisogno per sopravvivere e prosperare.

Foreste e campi in salute prevengono il dilavmento dei terreni e delle sostanze chimiche verso i fiumi.

I laghi, le paludi e le piane alluvionali immagazzinano, purificano e controllano le acque.

In questa Giornata Mondiale dell’Acqua, esploriamo le soluzioni della natura alle nostre sfide idriche.

Giornala Mondiale dell’Acqua 2018 – La risposta è nella natura”

 

Per informazioni e materiali: www.worldwaterday.org www.un.org www.fao.org

Vi aspettiamo giovedì prossimo!

Per saperne di più su #SaveHumansThurdsday

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista