A Cena con Darwin

Pubblicatodi il Nov 18, 2019 in La Mangia Libri
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A cena con Darwin

Jonathan Silverton

Bollati Boringhieri 2017. Cartaceo ed Ebook

Jonathan Silverton è professiore di Ecologia Evoluzionistica a Edimburgo, il suo campo principale è l’evoluzione delle piante.

L’evoluzione delle piante, soprattutto quelle da mangiare, è strettamente legata alla nostra. Anche quella degli animali lo è, anche se il primo animale che abbiamo domesticato adesso è il nostro compagno per eccellenza, il cane, e nella maggior parte delle società contemporanee, non lo si mangia.

Abbiamo iniziato a domesticare il fuoco prima di 1 milione di anni fa, e la domesticazione delle piante ha segnato la svolta da un regime di sussistenza come cacciatori-raccoglitori nomadi a quello di agricoltori stanziali.

Un passaggio chiave della nostra storia, che ha cambiato tante cose per quanto riguarda le nostre società e come siamo arrivati fino a ora, senza che ci sia stato un passaggio evolutivo nel mezzo. Homo sapiens ha domesticato le piante nell’Asia Minore 10000 anni fa, Homo sapiens popola l’intero pianeta ora.

Non tutte le piante che abbiamo domesticato hanno lo scopo di nutrirci, pensiamo al cotone, del quale utilizziamo le fibre, però le piante a scopo alimentare hanno segnato il passo della grande conquista dell’agricoltura.

Gli animali, invece, li abbiamo scelti perchè ci facessero compagnia, oltre che per mangiarli e utilizzarli come forza lavoro a basso prezzo.

In questo libro, molto scorrevole, si ripercorrono brevemente le tappe evolutive del nostro genere (Homo), per poi passare a un’interessante analisi di come i gusti e i sapori in cucina abbiano determinato cosa mangiamo tutt’ora.

L’evoluzione dei viventi che ancora mangiamo va di pari passo con la nostra evoluzione culturale e sociale.

 

Il taglio del libro è sicuramente divulgativo, non stanca e rende il racconto è facilmente comprensibile, senza mai scadere nella semplificazione spicciola.

Lo consiglio a chi vuole capire meglio come nella propria dispensa ci sia un vero e proprio patrimonio evolutivo e a tutti i miei colleghi, perché possano scegliere in modo più consapevole alcuni protocolli nutrizionali.

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