#Coffee

Come scegliere il caffè – 2

Pubblicatodi il Gen 24, 2018 in Save Humans Thursday
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54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

Eccoci alla #settimana6: quanto impatta la nostra amata tazzina di espresso sull’ambiente?

 

Pullulano negozi specializzati in vendita di macchinette espresso e delle relative capsule, di macchinette polifunzionali che funzionano a capsule, cialde e polvere, la vendita delle moka per uso domestico resiste, così come quella di polveri macinate apposta per queste classiche macchientte per il caffè, i bar continuano a servire i loro espresso preparati con miscele di polveri create apposta per loro.

Gli estimatori delle capsule non vogliono più farne a meno, la forza di questo prodotto sta nel marketing, nella varietà di aromi e anche di contenuto in caffeina che si può trovare. Alcuni hanno noleggiato per la casa o l’ufficio macchinette che funzionano a cialde, che sono fornite in comodi abbonamenti periodici insieme alla manutenzione.

Altri ancora hanno a casa la vecchia macchinetta espresso che va a polvere, ma che può usare anche le cialde.

Ci sono poi i duri e puri della moka (io sono tra questi, toglietemi la mia moka rossa e diventeremo nemici) che usano la polvere che comprano al supermercato o cercano miscele sempre nuove che cambiano a seconda dell’occasione – indovinate io a quale delle due categorie appartengo?

Tutti i dati ufficiali sulla tipologia di caffè consumato a casa (IRI, Lavazza) confermano che nel 2015 la vendita di capsule rispetto alla polvere per moka era in importante crescita nel 2015, ultimo anno di rilevazioni che mi è stato possibile trovare, fino a un + 20%, che significa 1/5 in piu di capsule vendute rispetto al totale dell’anno precedente. I dati presentati a novembre 2017 al Convegno Nazionale “Gran Caffè Italia”del Comitato Italiano del Caffè (www.comicaf.it), evidenziano un ulteriore crescita del 17% rispetto al 2015 per il mercato delle capsule. Secondo questi ultimi dati, gli italiani restano il popolo della moka, anche se la percentuale di consumatori per questo settore è progressivamente calata dal 85,2% del 2009 al 70,5 % del 2016

Ma come sarebbe meglio che ci preparassimo il caffè per cercare di aiutare l’ambiente?

Partiamo dalle capsule, nonostante l’alluminio, la plastica e la porzione di caffè contenuta nella capsula siano tre materiali differenziabili se separati, combinati nella capsula sono da conferire nei rifiuti misti indifferenziati. E anche se alcune aziende si sono attivate per ideare e commercializzare capsule compostabili o completamente differenziabili, questo non è del tutto sufficiente: prima di arrivare al momento della differenziazione in pattumiera è importante ridurre i rifiuti che si producono. In media, una capsula ha 3 grammi di rifiuti ogni 6 grammi di caffè

Le cialde, che sono di solito costituite di una garza compostabile, infatti, sono ecologicamente meno impattanti delle capsule, ma comunque costringono a produrre una quantità di rifiuto superiore alla sola polvere di caffè

Anche economicamente, i costi sulla spesa mensile sono molto diversi. I dati Nielsen del 2014 riportavano che il caffè in polvere aveva un prezzo medio di 9,84 €/kg, mentre le capsule di 37,69€, i prezzi delle casule sono calati, ma restano costose.

Con un pacco di caffè per moka da 250 grammi di polvere si ottengono circa 33 tazzine di caffè. Il caffè del supermercato ha un prezzo medio intorno ai 4,50-5,00€ per pacco, che significa 0,14-0,15€ a tazzina.

Il costo del caffè in cialde va circa dagli 0,20 agli 0,50€ per unità e quello delle capsule sta tra gli 0.20 e gli 0.60€, ma anche arrivassero a 0,14€, resta il problema dei rifiuti in più prodotti.

Un conteggio molto rapido sulla quantità di rifiuto prodotta dalle capsule è questo: 250 capsule pesano circa 1 kg. Se nel mondo ogni anno vengono consumati circa 10 miliardi di caffè dalle capsule, si produrranno 120 000 tonnellate di rifiuti, la maggioranza dei quali in Europa.

Una capsula di caffè di una nota marca, ha il diametro superiore di 3,6 centimetri, che per 1 miliardo di capsule fa 36000 km di capsule se le mettiamo in fila. La circonferenza della Terra è poco di più, circa 40 mila km, quindi in un anno si buttano via capsule per quasi lunghezza delll’Equatore del nostro pianeta.

Riassumiamo?

Il caffè in capsule è nettamente più costoso per l’ambiente e anche per il nostro portafogli, riflettiamo sull’opportunità di tornare a consumarlo in polvere.

Per saperne di più su #SaveHumansThurdsday

Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e

Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista

Vi aspettiamo giovedì prossimo!

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Come scegliere il caffè – 1

Pubblicatodi il Gen 11, 2018 in Save Humans Thursday
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54 settimane con #SaveHumansThursday per parlare dell’impatto ambientale del cibo su Francesca De Filippis – Biologo Nutrizionista Bologna e Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista
Eccoci alla #settimana4: quanto impatta la nostra amata tazzina di espresso sull’ambiente?

“A che bell’ò cafè
pure in carcere ‘o sanno fa
co’ à ricetta ch’à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà”

Così cantava De Andrè in una sua famosissima canzone (Don Raffaè).

Questa bevanda calda, nera, stimolante e profumatissima è uno dei classici irrinunciabili per gli italiani.

 

Per di più, da tempo ormai, si conoscono le sue proprietà antiossidanti e protettive per la salute di cuore e cervello.

Insomma, il caffè è un compagno amatissimo per la vita di molti di noi.

Ma che impatto ha sull’ambiente?

Oggi parleremo solo dell’aspetto produttivo della polvere, in un’altra occasione dei diversi modi di consumarla.

Il caffè è un arbusto sempreverde con foglie lunghe verde scuro e fiori bianchi che iniziano a fiorire solo dopo il terzo anno di vita della piantina. In alcune zone del mondo fiorisce tutto l’anno, per esempio in Colombia e viene coltivato in climi tropicali e sub tropicali.

 

Ne esistono diverse specie, più di 80, ma le predominanti sono 2, l’Arabica e la Robusta.

Il 60% della produzione di caffè è di Arabica, che viene coltivata in America Centrale e in Sud America e in Africa orientale.

Robusta copre circa il 40% della produzione e le sue piantagioni si trovano in Africa e Asia ai tropici.

Il caffe Arabica ha un gusto piu aromatico e dolce di quello Robusta, che invece tendono ad essere più acidi ed erbacei.

Nelle miscele espresso si trovano entrambi, in percentuali diverse a seconda dei produttori e delle linee di prodotto.

I suoi frutti sono denominati drupe in botanica e assomigliano a delle ciliegie, rosse quando mature

Dopo la raccolta, le drupe vengono trattate e da queste si ricavano i chicchi, che sono verdi. I chicchi verdi vengono esportati, venduti alle borse del caffè di New York e Londra, venduti da queste a degli importatori, rivndute ai torrefatori. Nelle torrefazioni i chicchi vengono tostati, macinati e miscelati e solo in questo momento della sua vita il caffè assume la forma che conosciamo. Dopo altri passaggi, oppure direttamente dalle torrefazioni se siamo così fortunati da poterlo comprare lì, il caffè arriva nella nostra dispensa.

È un lungo viaggio quello che compie!

Tutto il ciclo, dalla semina, all’arrivo nelle nostre case ha un costo importante sull’ambiente

Lo studio di WWF del 2012, Market Transformation, ha stimato, tra le altre, queste cifre per ogni kg di caffè tostato:

10 kg di gas serra emessi

4 metri cubi di acqua utilizzata

17 kg di rocce, sedimenti e minerali erosi.

La coltivazione intensiva di caffè ha inoltre colpito in modo distruttivo zone quali Amazzonia, aree dell’Africa Centrale, la zona dei laghi del Rift, sempre in Africa, Borneo e Sumatra in Asia e regioni della Nuova Guinea.

Inoltre, come detto sopra, le specie di caffè in natura sono circa 80, ma solamente 2 hanno preso il sopravvento, riducendo la biodiversita di questa pianta.

La biodiversità è un aspetto importantissimo per l’ambiente e per il futuro: più biodiversità c’è, più l’ambiente prospera in equilibrio e riesce a tamponare le eventuali calamità; più biodiversità c’è e più persone possono nutrirsi adeguatamente.

Riassumiamo?

Il caffè è una bevanda che piace a molti e l’espresso é un emblema della cucina italiana. Però, la sua produzione e il suo approvvigionamento hanno un costo ambientale e sulla biodiversità altissimo.

Cerchiamo di consumarlo in modo consapevole: accorciamo la filiera cercando di comprarlo con meno intermediari possibile, scegliamo polveri da coltivazioni il più possibile sostenibili e che magari garantiscano un equo compenso ai lavoratori delle piantagioni.

Continuate a seguirci!

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